Regole per l’iscrizione al Registro Anagrafico

Come è regolata l’iscrizione dell’Asino Romagnolo di razza al Registro Anagrafico.

Prima di entrare nel merito delle problematiche relative alle norme che regolano l’iscrizione dei capi al Registro Anagrafico della Razza Asino Romagnolo, bisogna partire da una distinzione.

La distinzione tra Libro Genealogico (LG) e Registro Anagrafico (RA).

Libro Genealogico (LG)

Il primo LG di razza fu il General Stud Book del cavallo Purosangue Inglese, in cui ebbe inizio nel 1791 la registrazione dei pedigree dei performers, cioè dei cavalli che risultavano vincitori di gare.

Seguì nel 1882 il Coates Herdbook della razza bovina Shorthorn, il primo LG bovino, che però dava importanza solo all’informazione relativa al pedigree (nome degli avi) e non alle performances.

Inizialmente la maggior parte dei LG sono “aperti”, nel senso che possono essere ammessi anche soggetti di genealogia ignota purché abbiano i caratteri tipici e distintivi di razza; in seguito, eventualmente, diventano “chiusi”, ovverossia sono ammessi solo soggetti i cui antenati (almeno 3 o 5 generazioni) erano già iscritti al LG; a quel punto, per approssimazione, i soggetti iscritti al LG sono quindi detti di razza pura o pure breed.

L’Associazione autorizzata alla tenuta del LG, per ciascun animale iscritto, rilascia un certificato genealogico (“pedigree”), dove oltre al nome, matricola, data di nascita, nome del proprietario e altre informazioni, è riportata la tabella genealogica del soggetto.

Sia le informazioni relative al pedigree sia le registrazioni di performance, sono importanti per la valutazione delle potenzialità riproduttive del soggetto.

Il LG, in base al sesso o all’età, è suddiviso in Sezioni o Registri (Puledri, Cavalli in competizione, Stalloni, Fattrici di Classe A, Fattrici di classe B, ecc.)

Quello che è importante sottolineare è che un LG è specifico di una razza (non di una popolazione) la quale, per quantità dei capi iscritti, NON è a rischio di estinzione.

Le razze equine che hanno un Libro Genealogico, affinché la progenie venga mano mano selezionata, qualificata e migliorata, sono sottoposte a processi valutativi (per mezzo di graduatorie, fondate su indicatori) indicatori vuoi di tipo “funzionale” (per gli agonisti – trotto e galoppo – si prendono in considerazione i risultati conseguiti in gara – tempo e somme vinte -), vuoi di tipo morfologico (per alcune razze da esibizione o da lavoro, vengono stilate graduatorie, formulate da esperti, che ne giudicano la tipicità e l’aderenza ai criteri dello standard, esempio Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido).

Dunque, in ipotesi, anche se un grande campione da corsa non è bellissimo non importa più di tanto: il suo valore riproduttivo (e il suo presumibile contributo al miglioramento della razza) viene preminentemente stimato in rapporto ai risultati conseguiti durante la carriera agonistica.

Registro Anagrafico (RA).

Cos’è?

In base alla Legge Italiana n. 30/91 sulla Disciplina della riproduzione animale, si intende il registro tenuto da una Associazione Nazionale di Allevatori dotata di personalità giuridica o da un Ente di diritto pubblico, in cui sono annotati gli animali riproduttori di una determinata razza/popolazione con l’indicazione dei loro ascendenti.

Si tratta pertanto di LG semplificati, destinati alle razze e popolazioni a limitata diffusione, il cui scopo non è tanto quello di operare una selezione su tali popolazioni, spesso in pericolo di estinzione, quanto piuttosto quello di conservare patrimoni genetici di grande valenza storico-culturale, anche valorizzandone le qualità produttive ed incentivandone l’impiego in particolari condizioni ambientali.

Sono regolamentati da appositi Disciplinari e Norme Tecniche, approvati dal MiPAAF (Ministero della Produzione Agricoltura e delle Foreste), che descrivono gli standards delle razze interessate e disciplinano l’iscrizione dei soggetti ad esse appartenenti.

Lo standard è l’insieme delle caratteristiche tipiche caratterizzanti di quella razza. Esempio: il maschio adulto Asino Romagnolo deve avere altezza compresa tra 1.35 e 1.55; colore del mantello grigio sorcino, baio, baio scuro, morello ecc. ecc.

L’AIA (Associazione Italiana Allevatori), allo stato attuale, gestisce, su mandato del MiPAAF, i Registri Anagrafici:

- delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata diffusione;

- delle razze equine ed asinine a limitata diffusione.

 

Razza Asino Romagnolo

L’Asino di Razza Romagnola, nuovamente riconosciuto con Decreto Ministeriale n. 20461 del 16 Febbraio 2006, rientra appunto tra le razze equine ed asinine a limitata diffusione. (si veda a tal proposito: Allegato 1.  Disciplinare del Registro Anagrafico delle Razze Equine ed Asinine 2009).

Iscrizione dei maschi all’elenco dei riproduttori autorizzati.

Gran parte dei 15 capi di sesso maschile (entro il totale di 76 capi), complessivamente censiti nel 2002-2003, quando l’iter per il nuovo riconoscimento della razza/popolazione era in corso (e dei quali, ovviamente, non si conoscevano gli ascendenti) furono sottoposti, con esito positivo, alla valutazione finalizzata al formale riconoscimento di “stalloni riproduttori”, e ufficialmente iscritti, come stalloni approvati, al Registro Anagrafico. Questi soggetti costituirono “il nucleo fondatore” della razza/popolazione e furono iscritti al Registro Anagrafico Principale.

Dopo il 2009, l’accesso al Registro Anagrafico per altri maschi, senza genealogia nota, che pure mostrino morfologia potenzialmente compatibile con quanto descritto nello Standard, è divenuto non più possibile, il che equivale a dire, cioè, che a partire dal Gennaio 2010,  è autorizzabile per la carriera riproduttiva in selezione:

1)    un maschio di genealogia nota (passaporto verde), dunque con padre compreso tra i pochi stalloni del “nucleo fondatore dei maschi”, o tra gli stalloni approvati successivamente alla riproduzione, e madre iscritta nel registro (parte principale o parte supplementare);

2) il quale, OLTRE A QUANTO PREVISTO AL PUNTO 1, sia giudicato morfologicamente rispondente ai criteri dello Standard, a seguito di una valutazione di un Esperto di Razza dell’AIA, che può essere effettuata a partire dal 1 Gennaio dell’anno in cui il soggetto compie l’età di due anni.

Solo in condizioni in cui la popolazione rischia la cosiddetta “deriva genetica”, per  eccesso di consanguineità, vale quanto afferma l’Art. 10 punto 4 del Disciplinare, che si riserva una deroga:

“Su conforme parere della CTC, l’Ufficio Centrale può consentire l’abilitazione alla riproduzione di maschi iscritti alla Sezione supplementare del registro delle razze autoctone, solo nei casi in cui la limitatezza delle informazioni o l’eccessiva consanguineità lo rendano opportuno”.

La CTC è la Commissione Tecnica Centrale , che studia e determina i criteri e gli indirizzi per la conservazione delle razze ammesse al registro, con particolare riferimento alla conservazione della variabilità genetica.

Essa provvede a valutare l’adozione di ogni altra attività o iniziativa utile alla valorizzazione, promozione, diffusione e al mantenimento delle razze interessate alle attività del registro anagrafico, e può proporre eventuali modifiche al disciplinare.

Il registro anagrafico per le Femmine è, invece, ancora a tutt’oggi “APERTO”.

Si distingue in:

A)   Registro Anagrafico, parte “PRINCIPALE”, a cui hanno avuto accesso un modesto gruppo di femmine (le sopravvissute entro le 61 del nucleo inizialmente censito dei 76, che non avevano ascendenti noti, che furono valutate “romagnole” sul piano morfologico; e un nuovo gruppo di femmine più giovani (con passaporto verde), tutte con padre e madre noti e “certificati” quali romagnoli. Queste ultime sono già, di diritto, iscritte all’elenco fattrici, e non devono essere sottoposte a valutazione morfologica.

B) Registro Anagrafico, parte “SUPPLEMENTARE”, a cui possono ancora accedere le femmine con nessuno o un solo genitore noto, le quali tuttavia rientrino, per caratteristiche morfologiche, nello standard di razza, secondo il giudizio dell’Esperto di Razza dell’AIA.
Queste femmine hanno (e mantengono) il passaporto grigio, ma, una volta che hanno superato favorevolmente il giudizio dell’esperto della razza, ottengono un attestato, da apporre sul passaporto (si tratta di un adesivo) che ne certifica l’inserimento .

Queste femmine potranno poi aver titolo di far iscrivere la loro progenie (naturalmente solo se frutto dell’accoppiamento con uno Stallone approvato, secondo un CIF) nel Registro PRINCIPALE della Razza Popolazione. Dunque i loro figli o le loro figlie saranno dotati, dalla nascita, di passaporto verde, sulla cui prima pagina si troverà scritto “Sezione Asino Romagnolo” (cfr. “Come è fatto il passaporto”).

Se, da loro, nascerà una femmina, allora quest’ultima, da adulta, potrà fare la fattrice senza alcun altro passaggio di verifica, perchè figlia di entrambi i genitori iscritti al Registro Anagrafico (Sezione Principale per il padre + Sezione Supplementare per la madre).

Se nascerà un maschio, invece, per fare lo stallone in selezione,  dovrà essere sottoposto alla valutazione dell’esperto di razza, ed ottenere un giudizio autorizzativo nel corso dell’anno in cui compirà 24 mesi.

Il diverso criterio di ammissione alla riproduzione per femmine e maschi è chiaramente collegato al fatto che una femmina, producendo un redo all’anno, comporta un rischio molto basso di “sporcare” la qualità della razza.
Così, evidentemente, non per gli stalloni, per i quali l’AIA adottata una duplice misura di garanzia: 1) essere iscritti al Registro Anagrafico Principale, con genealogia nota; 2) presentare aspetti fenotipici perfettamente corrispondenti al Disciplinare.

Se il maschio adulto, nella visita valutativa, verrà “scartato” quanto a stallone (per non conformità allo standard), non potrà evidentemente essere avviato alla carriera riproduttiva in selezione.

 

Conclusioni

Alla luce di quanto sopra rappresentato, un processo di vera e propria valutazione morfologica (con tanto di punteggi assegnati, indici ecc.) per stilare graduatorie, non deve essere praticato, perché si pone in contrasto con l’obiettivo strategico prioritario di questa fase, che per l’Asino Romagnolo è dunque quello della promozione dello sviluppo “quantitativo” (beninteso: garantendo l’inserimento nel Registro Anagrafico, ai fini della produzione in selezione, solo della discendenza formalmente riconosciuta).

La seconda fase strategica, della selezione “qualitativa” sarà praticabile, a norma di legge, solo dopo avere raggiunto una base numerica adeguata di capi, in grado cioè da far considerare superato il rischio della estinzione.

Tale fase si avvia in genere al raggiungimento di circa 2.000 – 3.000 capi.

A quel momento, in genere, una razza/popolazione passa dalla iscrizione al Registro Anagrafico a quella al Libro Genealogico (che diviene “chiuso”, quasi sempre, cioè permette l’ingresso soltanto a quegli animali che provengono, previa registrazione preliminare, da discendenti del ceppo iniziale).

L’asino Romagnolo, alla data Agosto 2013, è rappresentato da circa 520 capi iscritti (tra Stalloni Fattrici e puledri).

Per le norme di cui sopra, è chiaro che nessuna razza/popolazione a rischio di estinzione ha mai applicato delle vere e proprie politiche selettive.

In conclusione, è molto importante sottolineare che l’As.I.R.A.R.A. nasce allo scopo di rispettare in modo assoluto il dettato normativo, non interferendo in alcun modo con i compiti di istituto riconosciuti e propri dell’AIA (Si rimanda, a tal proposito, allo Statuto, sul sito www.asino.romagnolo.it ).

A cura di Alberto Minardi, Gerardo Salza, Matteo Sarti, Giovanni Verlicchi.

Luglio 2012, rivisto nell’Aprile 2014.

 

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