8 Maggio 2011: l’Asino Romagnolo rilancia il suo futuro.

La Rassegna Interprovinciale di Valsenio, organizzata dall’APA di Ravenna, ha fatto centro

L’Asino Romagnolo rilancia il suo futuro.

Premiazione di Carolina (2004, da Celentano e Romanina) 1° Cat. Fattrici.

Premiazione di Carolina (2004, da Celentano e Romanina) 1° Cat. Fattrici. Premiano l'allevatore, Luciano Bernabini: Gerardo Salza della Regione Emilia-Romagna e Graziano Caroli, Vicesindaco e Assessore alle Attività Produttive di Casola Valsenio.

Tanti allevatori di questa razza antica sono venuti domenica 8 Maggio 2011, a Valsenio,  per raccontare a che punto sono nel rilancio, in tutta la regione, del futuro del Romagnolo dalle lunghe orecchie, e per dire che l’estinzione, se non scongiurata una volta per tutte, almeno non è più dietro l’angolo.

 

Sono partiti all’alba, prestissimo, dai crinali dei nostri appennini (da Alfero, da Bagno di Romagna, da Brisighella , da Casola, da Verrucchio, da Palesio, i luoghi antichi della tradizione autoctona, dalle Province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Bologna) silenziosamente e in modo schivo, come si deve fare per rispetto al carattere umile ma caparbio dei loro animali, per rispondere all’invito che l’APA di Ravenna aveva rivolto loro, organizzando in modo molto professionale il primo evento nazionale di confronto morfologico, da quando cioè la razza è stata  nuovamente riconosciuta.

Una storia curiosa e insieme epica, quella di questo asino, che vale la pena di essere raccontata. L’Asino Romagnolo, tra le due guerre, fu considerato quello più versatile e qualitativo tra tutti gli asini italiani (stimati in 949.162 nel 1918), perché utilizzabile sia da soma sia da attacco,  per le doti di trottatore.

Ma nel 1944-45 subì una vera e propria decimazione. Infatti l’esercito tedesco in ritirata dalla linea gotica lo razziò, vuoi per cibarsene, vuoi per trainare quanto era possibile nelle retrovie del fronte. Il primo governo italiano dell’Italia liberata non potè far altro che decretare l’estinzione della razza. Ma la stirpe romagnola, seppure in misura ridottissima, sopravvisse: fu il compagno paziente e fidato della poverissima economia dei montanari dell’appennino, prima della meccanizzazione. Continuò nel suo millenario lavoro, accompagnando il prete a congedare una vita con l’estrema unzione e l’ostetrica, dal fondovalle, a farne venire al mondo una nuova.

Passarono sessant’anni. Giunse un giorno in cui la Regione Emilia-Romagna e le APA decisero che era arrivato il momento di censirlo, per capire se la strada del suo recupero fosse ancora possibile o ormai una chimera.

Ne ritrovarono una manciata: in tutto 76. Furono studiati con l’analisi del DNA. Il 21 Giugno 2005 la Commissione ministeriale dell’Agricoltura concluse la favola bella e diede il via libera. Il Romagnolo fu nuovamente riconosciuto a razza e tornò all’onor del mondo.

Raffaele Fabbri con Matilda (2008, Tristano e Romanina) 1° Cat. Puledre
Raffaele Fabbri con Matilda (2008, Tristano e Romanina) 1° Cat. Puledre

Da allora i capi riconosciuti sono divenuti, in tutto, circa 400. Dei quali una trentina sono confluiti, appunto, a Valsenio domenica scorsa. Divisi in quattro categorie hanno fatto bella mostra di se, sfoggiando mantello baio o sorcino, riga mulina con croce scapolare di Sant’Andrea, tracce di zebratura agli arti. Proprio come prescrive il severo disciplinare morfologico della razza. Animali bellissimi, molto tipici e uniformi, docili, empatici.

 

Il giudice esperto di Razza, designato da Roma, ha avuto il suo bel da fare a scegliere i capi migliori.

Per la cronaca hanno vinto: Romano nella categoria Stalloni; Carolina tra le fattrici; Tarzan tra i giovani e Matilda tra le … “ragazze”.

Ma soprattutto ha vinto la voglia degli allevatori di non disperdere una storia antica e una  tradizione, che vuole insieme difendere i valori della biodiversità e rilanciare un utilizzo moderno, quello dell’onoterapia, per le persone diversamente abili. Allevatori che hanno persino fondato l’Associazione Nazionale: l’ASIRARA.

Tante famiglie, tantissimi bambini sorridenti: bentornato asino romagnolo!

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